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Michele Orsi

Nato fortunato,  ma ben presto stretto dalle contingenze, ebbi l'occasione di poter frequentare la Scuola di pubblicità fondata da Severo Pozzati in quegli anni.
Trovato lavoro a diciott’anni in una agenzia di pubblicità, imparo il mestiere e mi iscrivo all’Accademia di Belle Arti. Incontro Barbara con cui farò coppia.
Abbandonato il lavoro ci dedichiamo a tempo pieno al Teatro.
In quegli anni, da scarso attore divento un buon regista e comprendo lo scopo della mia vita: mettere ordine all’interno di gruppi disomogenei per ottenere un appagante risultato comune. Sempre in quegli anni lavoro con Ionesco e Tardieu, soprattutto il primo mi illumina chiarendomi che lui non scrive “teatro dell’assurdo”, ma teatro della verità.
orsiwebsitoSempre più orientato verso le integrazioni dell’azione e del linguaggio, proseguo nella ricerca, creando spettacoli e organizzando stages ed incontri con Eugenio Barba, e tanti altri.
L’ultimo progetto di grande successo prevede la totale integrazione fra pubblico e attori. Conclusa l’esperienza teatrale mi guardo intorno alla ricerca di soldi
Vengo chiamato da alcuni vecchi amici per curare la regia di grandi eventi e lì risolvo il problema. Con i soldi viene la noia e decido di dedicarmi ai nuovi mezzi di comunicazione.
Fondo (sempre con Barbara e con il giovane Giacomo Amelotti) una piccola realtà informatica, con la quale iniziamo a collezionare premi nazionali ed internazionali (Moebius per il Cd-Rom sull’Abbazia di Santo Stefano, il Bardi Web Award per il sito ad alta accessibilità della RAI ecc.).
Ma la comunicazione cambia a grande velocità. La rete diviene sempre più efficiente.
Ora la comunicazione uno>molti è integrata dalla comunicazione uno>uno. La rete diviene sempre più un luogo di scambio e di confronto.
Attualmente sono impegnato nella ricerca di modelli collaborativi uno>uno/uno>molti all’interno di grandi aziende diffuse. L’obiettivo è: utilizzare nuove e vecchie prassi per creare ambienti collaborativi.
Per quel che penso debbo ringraziare Severo Pozzati, Eugene Ionesco, Jerzy Grotowski e Paul Watzlawick.

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